E-gov: solo un italiano su quattro lo usa per “parlare” con la PA
Ultimo aggiornamento 18 Giugno 2018
Segnali negativi anche per il 2017 per quanto concerne il divario tra Italia e altri paesi europei in merito all’utilizzo dell’e-government e, anzi, per certi versi anche peggiorativi rispetto all’anno passato.
Solo un italiano su quattro ha dialogato a distanza con la PA, rispetto al quasi 70% dei francesi e più del 50% di tedeschi e spagnoli: è quanto emerge dal Report sull’e-government 2018 di BEM Research intitolato “Amministrazione digitale: la strada italiana è ancora in salita”.
In termini di diffusione dell’e-gov il nostro paese si trova nel “gruppo di coda” in compagnia di Croazia, Polonia, Bulgaria e Romania, paesi che poco hanno in comune con l’Italia da un punto di vista economico e finanziario.
Mettendo a confronto l’Italia con paesi a noi più simili, si evidenzia come alcune caratteristiche socio-economiche degli utenti abbiano un peso maggiore nello spiegare la diversa diffusione dell’e-gov. In particolare, età e livello di istruzione sono i due fattori più importanti.
Anche considerando gruppi di soggetti omogenei l’Italia risulta comunque in forte ritardo nell’utilizzo dei servizi di e-government. Tra i soggetti di età compresa tra i 25 e i 54 anni con titolo di studio elevato (laurea o titolo superiore) solo il 53% ha utilizzato l’e-gov, contro l’80% della Germania, l’82% della Spagna e il 92% della Francia. La scarsa diffusione di questi servizi non appare quindi imputabile alla poca propensione degli utenti nell’utilizzo di questa forma di interazione, ma va prevalentemente ricercata nella modalità con la quale le amministrazioni gestiscono l’e-government.
Il Report, come nelle precedenti edizioni, si concentra quindi anche su una valutazione dell’attitudine dei 20 comuni capoluogo di regione a utilizzare il web, al fine di individuare quelle possibili realtà locali da prendere come esempio per la buona gestione dell’interazione a distanza con i cittadini.
Dall’indagine è emerso che è Bologna l’ente locale con le migliori prestazioni complessive sull’online, che quindi conferma il primo posto ottenuto anche lo scorso anno. Seguono Genova, Ancona, Bari e Firenze. Tra le altre grandi città Roma è 8a (+1 posizione rispetto al 2017), Torino 9a (+1 posizione), Milano 11a (+3 posizioni), Napoli 19a (-2 posizioni) e Palermo ultima (-4 posizioni).
«Le performance sul web dei comuni capoluogo di regione appaiono in chiaro scuro – commenta Carlo Milani, direttore di BEM Research – Se su alcuni parametri, come la velocità di caricamento delle pagine web e la loro usabilità, c’è stato qualche passo avanti, sul fronte dell’utilizzo dei social network e nella diffusione delle applicazioni mobile per il traffico locale non si segnalano miglioramenti di rilievo. In particolare, relativamente all’interazione delle amministrazioni attraverso smartphone e tablet stupisce il fatto che rispetto all’anno passato non si siano fatti passi avanti, nonostante sia oramai appurata la preferenza nell’utilizzo dei device mobili soprattutto per ricerche di tipo locali. Il numero di comuni che dispone di un app ufficiale sul trasporto locale è infatti rimasto invariato, mentre il giudizio degli utenti sulle applicazioni disponibili è andato peggiorando anche per il fatto che queste app sono spesso datate e non apportano grande utilità per gli utenti.» conclude Milani.