Big data e sicurezza stradale: identikit del rischio di mortalità in Italia
Ultimo aggiornamento 5 Gennaio 2017
Dall’analisi di 30 milioni di dati condotta da BEM Research, “Sicurezza stradale, la prevenzione passa per i big data”, emerge l’identikit del rischio su strada e le opportunità di prevenzione.
L’elaborazione dei big data, sulla base della rilevazione degli incidenti stradali con lesioni a persone realizzata dall’Istat tra il 2010 e il 2013, ha permesso di individuare elementi comuni che contraddistinguono le condizioni di maggiore rischiosità dei sinistri stradali a seconda di alcuni fattori quali: luogo, tipologia di strada, periodi dell’anno, giorno, fascia oraria e sesso del guidatore.
Il rischio di morte in caso di grave incidente stradale è più alto:
- nelle province di Caserta, Crotone, Rovigo, Foggia e Cosenza (più in generale nelle province del Sud d’Italia);
- su strade statali e provinciali, piuttosto che strade urbane e autostrade;
- nei mesi di dicembre e agosto, quelli caratterizzati da un maggior traffico di vacanzieri;
- nel weekend;
- nella fascia oraria dalle 21 alle 6 di mattina, con un picco di massima rischiosità intorno alle ore 5;
- se alla guida di uno dei veicoli coinvolti c’è un uomo adulto.
Concentrandosi sul fattore umano, dall’analisi è emerso come l’eccessiva confidenza alla guida risulti essere un elemento chiave: la mortalità risulta infatti più alta quando il meteo non è avverso, il manto stradale è asciutto e il tratto stradale è rettilineo (a doppio senso di marcia).
La conoscenza di questo tipo di informazioni può rappresentare un valido supporto alle attività di prevenzione considerando anche l’obiettivo europeo per il 2020 del dimezzamento del numero di vittime registrate nel 2010, che stante le stime preliminari dell’Istat sul primo semestre del 2016 è ancora distante dall’essere raggiunto (i decessi sono stati 1.466, circa 160 in più rispetto all’obiettivo del periodo).
«Da una parte tale analisi pone l’accento sulla necessità, da parte del policy maker, di intervenire su infrastrutture, controlli stradali mirati e sensibilizzazione dell’opinione pubblica – afferma Carlo Milani, CEO di BEM Research – e dall’altra mostra quanto la tecnologia a bordo delle autovetture possa giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione. Se nelle vetture più recenti è presente un segnale che avvisa il guidatore quando non sono state indossate le cinture di sicurezza, qualcosa di simile si può e si deve pensare – continua Milani – nel caso in cui si presentino potenziali condizioni di rischio. Il dispositivo navigatore potrebbe, ad esempio, riconoscere i tratti stradali più rischiosi e avvisare opportunamente il guidatore».
Per visualizzare il report completo visitare la seguente pagina web: www.bemresearch.it/report/analisi-flash/sicurezza-stradale-big-data/